An exspectas ut Quintilianus ametur? (Iuv. 6, 75): antiesemplarità del teatro in ottica satirica
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Giovenale, in alcuni luoghi delle Satire, riflette sulla degenerazione dell’evento teatrale a Roma: esso non è più momento di riconoscimento collettivo nei valori fondanti dello Stato, ma spettacolo con atti e movenze al limite della decenza che stimolano le pulsioni più ignobili del pubblico, in particolare delle spettatrici. Gli autori di teatro, non più sostenuti da generosi mecenati, sono costretti a comporre opere di basso livello e grande successo presso il pubblico più rozzo per sopravvivere alla fame. Il popolo vede andare sul palco anche i nobili, i quali perdono la propria dignità e diventano attori di deprimenti farse, portando a compimento una pessima tradizione inaugurata da Nerone in persona.
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