La combinazione di favola e invettiva è il tratto distintivo della poesia di Timocreonte da Rodi, come si ricava dall’uso di tre favole (la cipria delle colombe sacrificali, la caria del pescatore e il polpo, l’esopica della volpe dalla coda mozzata) nei 34 versi complessivi dei frammenti superstiti. Il referente dell’invettiva non è sempre esplicito, anche se il bersaglio polemico per eccellenza è Temistocle: i carmi di Timocreonte contro Temistocle erano così noti che Elio Aristide 46,293 li accostava agli attacchi mossi da Archiloco contro Licambe o da Ipponatte contro Bupalo.
La favola cipria, menzionata dai grammatici e da un papiro, è esposta solo in relazione a Timocreonte (fr. 730 PMG) e può essere una testimonianza dei contatti tra Cipro e Rodi all’inizio del V secolo a.C. Parallelismi lessicali sembrano suggerire che la morale della favola – la punizione è inesorabile per chi è colpevole – si rivolga a Temistocle: per colpa sua (cfr. fr. 727 PMG) Timocreonte era stato esiliato alla corte persiana, ma la stessa sorte l’avrebbe atteso. La favola caria è impiegata da Timocreonte (fr. 734 PMG) in un contesto difficile da ricostruire e da Simonide (poeta antagonista, in linea con la politica di Temistocle) nell’epinicio a Orilla (fr. 514 PMG). Si tratta dell’impiego di materiale comune, o quella di Timocreonte sarebbe un’imitazione o allusione di Simonide, o al contrario sarebbe stato Simonide a rifarsi a Timocreonte? Infine, la favola della volpe dalla coda mozza (fr. 729 PMG) è una testimonianza della diffusione del medismo ed è probabilmente da collocare in coincidenza con il declino di Temistocle, ostracizzato e fuggito alla corte persiana.
Parole chiave:
favola, invettiva, Timocreonte, Temistocle, medismo, Simonide, ostracismo, guerre persiane
Le propos de cet article est d'analyser la "vox poetae" qui se manifeste sous la forme d'une interrogative aux vers 1410-1411 de l'Alexandra de Lycophron.
Parole chiave: Poésie hellénistique, Lycophron, Alexandra, Narrateur.
Per prendersi gioco dei propri obiettivi polemici, gli epigrammisti scoptici ricorrono spesso alla tecnica di appropriarsi, a scopi di parodia, del linguaggio dei personaggi di volta in volta presi di mira. Un esempio significativo di tale tecnica è fornito da Lucillio nella serie di epigrammi, conservati nell’XI libro dell’Antologia Palatina, contro grammatici e retori.
Il poeta riproduce i moduli espressivi di queste due categorie professionali, spesso accomunate nella satira, per metterne alla berlina, di volta in volta, la pretenziosità, l’ignoranza, la pedanteria, l’ossessione per Omero e, in generale, per l’evocazione di paradigmi eroici e mitologici anche in relazione alle situazioni più prosastiche. Lucillio schernisce ora l’abitudine didascalica dei grammatici di parafrasare, ovvero di spiegare, attraverso sinonimi, una glossa omerica (A.P. XI 279), ora, più in generale, la loro tediosa pedanteria, attraverso una sofisticata manipolazione del linguaggio e delle immagini omeriche a loro care (A.P. XI 140, 572); per dimostrare l’ignoranza dei personaggi presi di mira, l’autore si spinge fino a riprodurne, con fine tecnica mimetica, gli errori linguistici (A.P. XI 138, 148 e 392) e i tic espressivi (A.P. XI 142).
L’analisi condotta consente di concludere che quella di Lucillio è sì, come è stato più volte messo in luce, una comicità intellettuale, incline a disegnare un mondo surreale e astratto, ma che tuttavia essa si nutre di un’osservazione minuta della realtà, trasfigurata nell’iperbole satirica, ma non di meno presupposta e imprescindibile per la decodificazione del senso di questi testi.
Parole chiave: atticismo, dispute grammaticali, eroe, errore, etimologia, grammatici, ignoranza, imitazione, iperbole, ira, mito, monosillabi, Omero, paradigma, paradosso, parodia, pedanteria, poeta, polemica, pregiudizi, pretenziosità, retori, satira, scoptico, solecismo
Nell'articolo si affronta, secondo una nuova prospettiva resa possibile dai più recenti studi attorno al Peripato e all'Orfismo, le tracce di un interesse verso questa religiosità coltivata soprattutto da parte di filosofi del ramo 'rodio' della scuola di Aristotele, evolutosi tra IV e III sec. a.C.. Lo studio delle testimonianze letterarie ed epigrafiche (le iscrizioni GVI 1451 e IG XII.1 141 = GVI 1916, il bassorilievo Berlin SK 1888) porta a concludere che Eudemo e Ieronimo di Rodi ricercarono documenti di archivio in riferimento al tempio di Atena Lindia e al culto di Helios e conferma le loro ricerche storico-letterarie di alcune tradizioni cosmogoniche e teogoniche. Nell'ambito di questi interessi alcune tracce sembrano aprire la possibilità che Ieronimo si fosse avvicinato a pratiche orfiche anche a livello personale.
Parole chiave: Peripato, Orfismo, Rodi, Eudemo di Rodi, Ieronimo di Rodi, metempsicosi, Helios, Apollonio Rodio
"Taking the poet’s own comments in the prologue as a starting point, this article discusses the coherence and effectiveness of Terence’s Eunuchus, an extremely successful play in antiquity, by examining the characterization of the main protagonists in relation to the plot. Thus it can be shown that, in contrast to widespread criticism of the ending as surprising and a result of bad contamination, the conclusion of the comedy develops smoothly from the construction of plot and characters. For in this play the characterization of the main personages diverges slightly from the standard stereotypes of New Comedy; yet it is consistent throughout. Terence has thus created a ‘good Latin play’ with a logical structure, as it is required according to the words of the prologue; his soldier, parasite, courtesan, lover and slave do not conform completely to the types outlined in the prologue, which enables an unusual ending that does not contradict the overall plot."
Keywords:
Terence; Plautus; Roman comedy; contamination; comedy conventions; soldier; parasite; courtesan
Nel c. 1 dell’Eracle, Luciano racconta di aver incontrato un dotto celta e di aver appreso da lui la spiegazione allegorica del cosiddetto Eracle Gallico, o Ogmio, divinità rappresentata a guisa di vecchio, e in atto di trascinarsi dietro folle di uomini per mezzo di una catena d’oro che va dalla lingua di lui alle orecchie di loro. Qualche anno fa, E. Amato ha supposto che il dotto celta di cui Luciano parla sia da identificare con Favorino di Arelate. Gli argomenti di Amato sono insufficienti, ma l’idea può essere giusta, se si considera che alcune non ovvie citazioni omeriche presenti nell’Eracle lucianeo si ritrovano anche nel De exilio di Favorino, e soprattutto se si considera che probabilmente già Gellio conosceva –e riferiva appunto a Favorino– l’immagine dell’eloquenza come catena che unisce le orecchie di chi ascolta alla lingua di chi parla (NA XVI 3, 1). È dunque ragionevole pensare che Gellio e Luciano abbiano attinto a una medesima fonte, che in effetti potrebbe essere Favorino.
PAROLE CHIAVE: Luciano, Eracle, Ogmio, Favorino, Gellio
"Cet article met en évidence les marques de la séparation, réelles ou voulues, de la «grande» Église d'un part avec la «synagogue» (c'est-à-dire le courant dominant du judaïsme au IIe siècle), et d'autre part avec les «hérésies», au premier rang desquelles figure le gnosticisme, en insistant sur le problème des «frontières», point aussi nettement marquées qu'auraient voulu le faire croire ceux des «Pères» qui ont fondé l'identité de l'Église – un des critères de l'identité «chrétienne» étant présisément le salut."
Parole chiave: christianisme antique, Église primitive, frontières idéologiques,
synagogue, hérésies, salut
Cet article – publié dans cette revue en deux parties – met en évidence les marques de la séparation, réelles ou voulues, de la « grande » Église d'un part avec la « Synagogue » (c'est-à-dire le courant dominant du judaïsme au IIe siècle), et d'autre part avec les « hérésies », au premier rang desquelles figure le gnosticisme, en insistant sur le problème des « frontières », point aussi nettement marquées qu'auraient voulu le faire croire ceux des « Pères » qui ont fondé l'identité de l'Église – un des critères de l'identité « chrétienne » étant précisément le salut.
Mots clés :
christianisme antique, Église primitive, frontières idéologiques, synagogue, hérésies, salut